“Otto studenti su dieci usano regolarmente strumenti di intelligenza artificiale generativa, ma più di un terzo dei docenti pensa che non lo facciano affatto.”

È questo il dato riportato da Sky TG24 il 16 settembre 2025, tratto dal rapporto “Generazione AI” del think tank Tortuga.

Un numero che non parla solo di tecnologia, ma di trasformazione culturale: mostra come il nostro modo di imparare stia cambiando — e quanto spesso il mondo adulto non se ne accorga.

L’apprendimento è un fenomeno studiato in psicologia da più settori: la neuropsicologia, la clinica, la psicologia generale e quella sociale. In particole quest’ultimo può essere l’approccio che più ci aiuta ad analizzare questa notizia e a trarne conclusioni costruttive.

La psicologia sociale ci insegna che imparare non è mai un atto solitario. Fin dagli studi di Bandura, sappiamo che gran parte delle nostre conoscenze nasce dall’osservazione e dal modellamento: vediamo qualcuno fare qualcosa, ne traiamo significato e lo replichiamo.

Questo tipo di apprendimento — detto sociale o osservativo — è ciò che oggi avviene anche online: osserviamo, commentiamo, assimiliamo linguaggi, atteggiamenti e persino stili cognitivi attraverso i contenuti che scorrono sui nostri schermi. In questo senso potremmo anche fare una inferenza logica e dire che le piattaforme social non sono più solo strumenti di comunicazione, ma veri e propri ambienti relazionali e cognitivi.
Secondo diversi studi (Zhang et al., 2023; Frontiers in Psychology, 2022), l’uso attivo dei social — commentare, creare, condividere — stimola l’autoefficacia, la competenza percepita e la capacità di costruire conoscenza in gruppo.
L’uso passivo, invece — lo scrolling continuo senza partecipazione — è correlato a confronto sociale, insoddisfazione e stress cognitivo.

In altre parole, secondo la letteratura moderna, non è il tempo trascorso online a influenzare l’apprendimento, ma la qualità dell’interazione con ciò che vediamo. Uno dei processi chiave nell’apprendimento è il confronto: misuriamo continuamente noi stessi rispetto agli altri per capire chi siamo e quanto valiamo. E’ una fase rischiosa psicologicamente parlando perchè corrispnde al mettersi in discussione e rendersi potenzialmente giudicabili. Serve a indirizzare i nostri sforzi e a renderli efficaci, ma può diventare già verifica se le nostre insicurezze si fanno sentire.
Sui social questo confronto è costante, amplificato da algoritmi che ci mostrano versioni “ottimizzate” della realtà. Ne derivano due esiti opposti: da un lato, la motivazione a migliorarsi (upward comparison positiva); dall’altro, la frustrazione o il senso di inadeguatezza (upward comparison negativa).

Capire questo meccanismo è fondamentale per promuovere un apprendimento sano e consapevole, sia nelle scuole sia nella formazione adulta.

L’IA generativa — ChatGPT, Copilot, Gemini — diventa a sua volta un interlocutore dell’apprendimento.
Non più solo una macchina che fornisce risposte, ma un altro sociale con cui costruiamo dialogo, curiosità, confronto. Se usata in modo critico, può potenziare il pensiero riflessivo: ci obbliga a domandarci come impariamo, non solo che cosa. Se usata in modo passivo, rischia invece di sostituirsi al processo cognitivo, rendendo l’apprendimento superficiale e dipendente.

Insomma può anche farci perdere autonomia e critica di apprendimento e inficiare in maniera importante la nostra memoria, ma anche la capacità di attesa. tuttavia dobbiamo prendere consapevolezza del fatto che oggi anche l’apprendimento umano è sempre più ibrido e relazionale. Non possiamo più pensarlo solo come trasmissione di contenuti, ma come costruzione continua di significati in contesti sociali digitali.

Per genitori, insegnanti, psicologi e formatori, la sfida non è “limitare” il digitale, ma educare al suo uso consapevole.
In fondo, imparare — anche oggi — significa soprattutto imparare insieme.


📑 Fonti principali

  • Tortuga & Yellow Tech (2025). Generazione AI – La nuova sfida della scuola.

  • Zhang et al. (2023). How social media usage affects psychological and subjective well-being. BMC Psychology.

  • Frontiers in Psychology (2022). The effect of social media on students’ affective traits.

  • Bandura, A. (1977). Social Learning Theory.

  • Festinger, L. (1954). A Theory of Social Comparison Processes.

DOLCE ROSSELLA
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